Lucky child. Lucky bike.
La felicità non si puó comprare.
Una bicicletta sì.
Ricordo ancora la prima volta.
Ci si può scordare dei nomi dei compagni in prima classe. O di quelli delle maestre.
Ma non ci si può scordare della prima volta in bicicletta. Quell’unica volta in cui ci è stato dato il dono di volare, accompagnati tra stupore e paura da una mano forte che ricordatasi dell’incoscienza della giovinezza, ci ha lanciato a conquistarci la capacità dell’equilibrio su due ruote.
In questa stagione di mezzo che ha la luce dell’estate ma il profumo promettente dell’Autunno, salire all’Alpe, raggiungendo gli ultimi rifugi aperti è un lusso contemporaneo.
I boschi tornano ad essere silenziosi, i turisti discreti, l’aria è percorsa dai bramiti dei cervi in amore. Le marmotte oramai hanno raggiunto le tane per il letargo. I larici percorsi dai venti di valle in un caldo pomeriggio di ottobre sembrano bruciare. Le fiamme invadono il bosco mano a mano che si prende quota, fiamme di aghi di larici di colore arancione, aggrappati ancora per poco, tenaci nel voler rendere il loro servigio alla gloriosità di una natura che non sa apparire vinta nemmeno al ritiro delle armi, quando appagata da tanto fiorire estivo, attenderà che un altro inverno le doni vigore.
L’ Alpe di Fodara e Sennes si trova ai confini tra il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo e il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies e ha ben un buon motivo per essere una gita tra le più classiche di questo territorio. Ci si può salire in ogni momento dell’anno ed è a portata di tutti. Ma giungervi nel pomeriggio di una lunga e calda giornata autunnale, quando tutti rientrano, lasciando a pochi lo spettacolo dello spegnersi dei larici con l’arrivo del buio ha il gusto dell’andare controcorrente. Salire il bosco, giungere al lago e fare merenda, improvvisare una partita di calcio nel piccolo campo che precede il rifugio Fodara. Rifugiarsi in rifugio, addormentarsi stanchi, svegliarsi sereni. Incamminarsi presto lungo il sentiero che porta al Rifugio Sennes, spingendo spesso la bici ma altrettanto spesso ritrovarsi a rincorrerla.
Proprio come quella prima volta, da bambini.
É proprio vero che non siamo noi a crescere i bambini,
ma i bambini che ci fanno crescere tramite loro.
il nostro itinerario
In Autunno, quando la strada per Malga Ra Stua _1668m_è aperta, si può salire in auto al parcheggio della malga. Diversamente si raggiunge a piedi lungo i sentieri pedonali o con servizio navetta (Tutte le informazioni QUI) Da qui, lungo il comodo sentiero 6, si raggiungono le sorgenti del Boite a Ciampo De Crósc. Per raggiungere il Rifugio Fodara , il sentiero 9 sale a destra dopo aver attraversato il ponte e con ampi tornanti sale il bosco di Valon Scuro. Raggiunto il Bosco de Rudo il sentiero si fa meno ripido. Prima di giungere al Rifugio si costeggia il piccolo Lago de Rudo. Il Rifugio Fodara Vedla _1966m_ si scorge poco oltre: la Famiglia Mutschlechner che lo gestisce ha il sorriso dell’ospitalità più genuina. Per raggiungere il Rifugio Sennes si può optare per la strada _sentiero 7A_ o la sua variante, il sentiero 7, che abbrevia leggermente il percorso congiungendosi alla strada nei pressi di una splendida panchina panoramica. Il grande pianoro prativo, un tempo adibito ad aereoporto, preannuncia il Rifugio Sennes _2116m_
La discesa avviene attraverso la Val Salata che giunge nuovamente a Ciampo De Crósc a completare l’anello.
Percorribile in entrambi i sensi di marcia, percorso adatto alla mtb, alla gravel e alla E-bike, alle bici per bambini qualora siate disposti a spingerla sui tratti più impegnativi.